Coronavirus, quali sono i sintomi nei bambini e come si cura.
La nuova fase dell’emergenza coronavirus è segnata soprattutto dall’aumento dei casi in fascia pediatrica. Fortunatamente i dati a disposizione mostrano che all’aumento dei casi registrati non corrisponde un aumento della letalità, ma è comunque importante riconoscere i sintomi del coronavirus anche nei bambini, questo per evitare contatti ad esempio con i nonni, che potrebbero avere uno sviluppo della malattia grave, arrivando a necessitare del ricovero finanche in terapia intensiva. Gli anziani infatti restano i soggetti più a rischio ed è importante tutelarli. Anche perché, come noto, il virus si diffonde soprattutto in famiglia, dove tendenzialmente abbassiamo la guardia (e la mascherina).
Coronavirus nei bambini, quali sono i sintomi e come riconoscerli
Quindi, come detto, è importantissimo intercettare il coronavirus anche nei bambini, e per farlo dobbiamo avere bene a mente quelli che sono i sintomi del contagio. Il pericolo è rappresentato dal fatto che soprattutto in età pediatrica il coronavirus tendenzialmente si manifesta come un forte raffreddore che può essere accompagnato da febbre. Distinguere il contagio da un semplice malanno o da una semplice influenza non è semplice.
Come abbiamo imparato nel corso di questa emergenza, il primo campanello d’allarme è la febbre, anche se è bene sottolineare che non sempre la febbre indica un caso di contagio. Gli altri sintomi frequenti sono la stanchezza, dolori muscolari e mal di testa. In diversi casi anche disturbi intestinali possono rappresentare un campanello d’allarme.
Come detto, questi sono i sintomi frequenti del nuovo coronavirus, ma non è detto che il manifestarsi di uno di questi sintomi indichi necessariamente che il bambino e il ragazzo abbia contratto il virus. Si dovrà valutare con la massima attenzione l’entità di questi sintomi e il primo passo deve essere quello di contattare telefonicamente il pediatra o il medico curante.
“I sintomi di Covid-19 nei più piccoli sono spesso assenti o lievi, tuttavia l’infezione in alcuni casi può comportare lo sviluppo di complicanze o forme cliniche peculiari. Ecco perché va comunque posta molta attenzione quando i bambini manifestano i sintomi dell’infezione, soprattutto se con meno di un anno di età e in presenza di condizioni patologiche preesistenti.
Secondo lo studio “Medicina di genere e Covid-19” nei pazienti pediatrici si assiste ad un decorso dell’infezione da Sars-Cov-2 asintomatico, lieve o moderato nel 94,1% dei casi, con un 4,4% dei pazienti totalmente asintomatici, cioè senza segni clinici o sintomi ma con test di laboratorio positivi. Lo studio evidenzia che lo spettro delle manifestazioni osservate in età pediatrica può comprendere diversi sintomi, tra cui febbre (frequentemente di basso grado), tosse, eritema faringeo, tachicardia e tachipnea; meno frequentemente sono stati riscontrati rinorrea, diarrea, vomito ed affaticamento. Nei casi in cui si osserva una polmonite lieve, unilaterale o bilaterale, questa ha necessitato del ricovero in terapia intensiva (ICU) solo nel 4% dei casi”, si legge sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità.
Quando fare il tampone
Il virus sostanzialmente si trasmette in famiglia, quindi con ogni probabilità, nel caso in cui tra i familiari ci fossero altre persone con sintomi (anche lievi) riconducibili al Covid, il medico consiglierà di procedere con un test per la ricerca del nuovo coronavirus. Ma accelerare i tempo potrebbe essere un errore. Un test fatto troppo presto potrebbe dare un risultato fuorviante. Quindi è bene procedere con calma e con cautela. Fino a quando sussiste il sospetto di un caso di infezione in famiglia è doveroso limitare i contatti con l’esterno, anche con i parenti non conviventi.
Il consiglio degli esperti, ad esempio, è quello di fare il tampone ad un bambino distanza di tre o quattro giorni dal manifestarsi dei sintomi. Questo se i sintomi persistono ma il bambino è in buone condizioni di salute.
Coronavirus ne bambini, come si cura
Nel caso in cui il bambino deve rimanere a casa, deve bere molto e dovrebbe mangiare molta frutta e molta verdura. Nel caso in cui abbia la febbre si consiglia di somministrare medicinali utilizzati di solito, ossia paracetamolo o ibuprofene. Ovviamente prima di procedere con la somministrazione di un farmaco è bene contattato il pediatra o il medico di base.
Come detto è difficile che i bambini e i ragazzi necessitino del ricovero ospedaliero. Solitamente si tratta di soggetti asintomatici o paucisintomatici. Il ricovero scatta di fronte a problemi respiratori gravi e fortunatamente la storia clinica di questa emergenza ci dice che al momento i casi gravi tra i giovani e i giovanissimi sono pochi.